martedì 7 giugno 2011

Se Cristo non fosse risorto ...

Salve,
ho saputo da Ely Cart che è uscito il libro presso la vostra casa editrice. L'ho ordinato in libreria, ma mi hanno detto che non è ancora in commercio. Potrei avere il contatto con il distributore di Roma per farne avere alcune copie per la mia scuola. Sono un insegnante di tedesco presso l'Istituto Santa Giuliana Falconieri e con Piero Camerinesi sto traducendo per voi La Demenza. Il 22 ottobre andrò a Berlino per incontrare l'autrice, che inviterò a Roma, presso la mia scuola. Sarebbe l'occasione propizia per la presentazione del libro. Per questo motivo vorrei averne alcune copie da vendere agli alunni prima della presentazione. Gli insegnanti di italiano sono disponibili a farlo leggere in classe al più presto, in modo da attivare un forum on line.
Gradirei conoscere anche altre iniziative simili da voi promosse per la presentazione o di cui siete a conoscenza. Ho scritto una recensione che uscirà su un giornale locale, che vi invio di seguito per la vostra approvazione. Il giornale si chiama IL NUOVO e uscirà alla fine di ottobre.
Come potrà dedurre dal mio articolo sono un sostenitore dell'autrice e sono disponibile a tradurre anche altri testi, con la supervisione di Piero Camerinesi. Potrebbe mandarmi un'icona della copertina del libro? altrimenti dovrò pubblicare quella dell'edizione tedesca.
Grazie

Se Cristo non fosse risorto,

il nostro insegnamento sarebbe morto,

e morta sarebbe anche la nostra fede

(S: Paolo, 1. Cor. 15,14)


Ci sono libri così potenti che rivoluzionano la nostra vita e dopo aver letto la prima pagina sappiamo con certezza che leggeremo ogni parola di quell’autore. Sono i libri scritti con il sangue. Leggendoli sentiamo che resteranno impressi nel nostro cuore e determineranno la direzione del nostro cammino spirituale. Spinti da un senso di gratitudine nei confronti dell’autore, e di chi ci ha suggerito quella lettura, vogliamo condividere questa meravigliosa esperienza con altri lettori e iniziamo a parlarne, a scriverne.
Uno di questi libri è Se Lui non fosse risorto … . Raccoglie sette conferenze tenute da Judith von Halle e Peter Tradowsky a Berlino, nella Rudolf Steiner Haus, tra San Michele 2004 e la Pentecoste del 2005. Nella prima conferenza (del 10.10.2004) vengono spiegati il fenomeno delle stigmate e i motivi per cui, dopo aver a lungo esitato, si è deciso di renderne pubblici i contenuti.
« Sono ormai passati sette mesi da quando sono apparse per la prima volta le stigmate - periodo che a qualcuno potrà anche sembrar breve. Per me questi mesi, durante i quali sono stata messa quotidianamente a confronto con gli effetti di quell’evento, equivalgono a molti anni. Un motivo può essere la già ricordata sensibilizzazione di tutto l’organismo, tramite la quale – anche per via dei dolori nelle stimmate – mi viene quotidianamente riproposta davanti agli occhi l’immane sofferenza, per amore della condizione umana, dell’entità del Cristo. Si potrebbe anche dire: si vive la vita – ogni giorno – più scossi nell’animo. In questi mesi mi è apparso ben presto chiaro che, malgrado i miei sforzi, era impossibile nascondere completamente la presenza delle stimmate e dei fenomeni correlati. L’unica alternativa sarebbe stata l’isolamento totale. Ciò avrebbe comportato di conseguenza la rinuncia al mio lavoro, l’abbandono dell’attività nella comunità antroposofica e la fuga dagli amici e dalla famiglia, il che mi appariva però come una fuga dalla mia stessa vita. Ho inoltre dovuto ben presto riconoscere che proprio il rendersi visibile del fantòma nelle stimmate ha un suo senso evidente, cioè quello di essere visibile: il tentativo, per quanto riuscito e durevole possa essere, di dissimulare piaghe che si presentano su parti scoperte del corpo, come anche il fatto di non mangiare, sarebbe un rinnegamento di quello che, proprio tramite la visibilità, vuole manifestarsi. A dire il vero, dentro di me sentivo continuamente una forte aspirazione all’anonimato e alla discrezione, ma ho dovuto tuttavia ammettere che dovevo rispondere all’appello interiore, da subito avvertito, a prendere l’iniziativa per l’Essere che, tramite queste piaghe, si era manifestato. » (Op. cit. pag. 12)


Le stigmate le causano anche un’alterazione dell’intero organismo, che si traduce in una radicale trasformazione della circolazione del sangue, il veicolo dell’Io che compenetra organi e tessuti del corpo fisico. Ha inoltre luogo in lei uno sviluppo fuori dell’ordinario delle percezioni sensoriali e una radicale trasformazione dell’apparato digestivo.
In condizioni di vento favorevoli, Judith è in grado di udire parole pronunciate a centinaia di metri di distanza, come pure di percepire quanto avviene nella digestione di altre persone: cosa hanno mangiato molte ore prima, da dove proviene il cibo, in che condizioni era e come è stato cucinato.
« Ogni tentativo di assumere cibo le causa sintomi da avvelenamento. Questo stato di totale assenza di nutrizione è rimasto fino ad oggi immutato. Solo occasionalmente può assumere qualche sorso d’acqua. Il suo peso corporeo, nonostante la mancanza di nutrizione è rimasto immutato. Da notare la reazione del suo organismo all’alcool. Anche delle minime quantità come ad esempio quelle presenti in un dentifricio o addirittura il solo odore di alcool, le causano forti sintomi da avvelenamento. (Op. cit. pag. 21)
In tutte le sue conferenze, pubblicate in tedesco in una decina di libri, Judith parla delle vicende legate al Mistero del Golgota come se fossero esperienze fisico-sensibili. Quello che viaggia nel tempo è il suo phantoma o ‘corpo di resurrezione’, vale a dire un corpo fisico trasformato, in grado di avere percezioni sensorie. « Queste percezioni sensorie – spiega Judith von Halle – non sono in alcun modo inferiori alle percezioni sensorie di un corpo fisico che non abbia subìto trasformazioni. Vi prego d’immaginare d’intraprendere un viaggio nel tempo, in modo tale da mantenere la vostra piena coscienza di veglia e tutte le vostre facoltà percettive, come le avete in questo momento mentre sedete qui in sala e ascoltate la mia voce, vedete la tenda dietro di me, sentite forse l’odore del detersivo per il parquet, sentite il braccio del vostro vicino – immaginate di venir portati, con tutte le vostre facoltà percettive, in un’altra epoca. Le mie percezioni degli avvenimenti di duemila anni fa in Palestina comprendono anche le lingue che venivano allora parlate - per lo più il neo-aramaico, accanto al greco, al latino-romano e all’ebraico - e comprendono anche i rituali di allora, le forme sociali, il modo di pensare completamente diverso da quello di oggi.».
Judith von Halle inizia dunque a sperimentare gli eventi della vita del Cristo con estrema dovizia di particolari. Parallelamente lavora su queste esperienze con i mezzi della Scienza dello Spirito, sempre nella profonda considerazione del Mistero del Golgota quale punto di svolta della storia umana.
Mentre i suoi viaggi nel tempo si succedono con sempre maggiore vivacità, si riaffaccia la veggenza che già possedeva da bambina, ma in modo più forte e più consapevole. Una veggenza che lei giustifica come qualcosa di conquistato in precedenti incarnazioni, e che le consente di gettare uno sguardo sugli eventi sovrasensibili che sono all’origine degli accadimenti terreni.
La lettura di Judith von Halle ha riacceso nella mia anima alcune sensazioni che ho provato quando, nel 1994, sulla piazza di Castelnuovo di Porto, ho interpretato la Passione di Cristo, una rappresentazione sacra ideata e diretta da Sean Patrick Lovett.
« E vi prego di credermi quando vi dico che l’essere del Cristo si rivolge a ognuno di voi in modo molto personale. Di tanto in tanto si può senz’altro sentire il calore di questa luce che arde nel profondo di ognuno di noi. Tramite i nostri sforzi conoscitivi e la partecipazione del nostro cuore possiamo far sì che questa luce, il Cristo-Sole, cresca in noi fino a divampare in fiamme sfolgoranti. Questo è il dono d’amore del Cristo. M’impegnerò assiduamente per comunicare al vostro cuore quanto egli manifesta su di me come suo impulso d’amore per tutti gli uomini! »

In un box con la cornice rossa, sotto alla copertina del libro:

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Figlia unica di due genitori ebrei, Judith von Halle nasce a Berlino nel 1972, dove frequenta un liceo cattolico e prosegue gli studi alla Hochschule der Künste e alla Technische Universität Berlin. A 25 anni legge La Scienza Occulta di Rudolf Steiner e ricorda esperienze spirituali che già aveva vissuto da bambina. Legge altre opere dello Steiner e si accosta alla comunità antroposofica. Nel 1998 si laurea in ingegneria ed inizia subito a lavorare come architetto e, al tempo stesso, a collaborare con la Rudolf Steiner Haus di Berlino dove, già nel 2001, tiene delle conferenze. Nel 2001 sposa Carl-August von Halle, un architetto berlinese, anch’egli legato all’Antroposofia.
Nel suo 33mo anno, durante la Settimana Santa del 2004, sperimenta interiormente Passione, Morte e Resurrezione di Gesù fino a ricevere, tra il Giovedì ed il Venerdì Santo, le stigmate. All’inizio compaiono sul palmo delle mani, per poi manifestarsi anche sui piedi e sul costato. «Esse corrispondono esattamente a quelle raffigurate sul corpo di Gesù da Matthias Grünewald nella famosa Pala della Resurrezione che sovrasta l’Isenheimer Altar a Colmar. Le ferite sanguinano specialmente i venerdì di Quaresima e del tempo pasquale fino a Pentecoste, specialmente di venerdì. In seguito solo sporadicamente in speciali occasioni. » (Judith von Halle, Und wäre Er nicht auferstanden…, Verlag für Anthroposophie, 3° ristampa 2009, pag. 20. Il libro è appena uscito in italiano con il titolo di E se Lui non fosse risorto, Aedel Edizioni, Torino. Traduzione di Hely Cart e Uberta Sebregondi)

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